La giungla dei locali per le strade di Roma

Anche i commercialisti lo sanno, il Comune di Roma sembra ignorarlo. Per la Polizia municipale, invece, “riguarda i grandi centri commerciali”. “Il luogo prescelto” per l’apertura di un locale per la somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, “deve essere in linea con alcuni requisiti di carattere urbanistico come ad esempio l’adeguata presenza di parcheggi, la disponibilità di mezzi pubblici o la lontananza da quartieri residenziali per evitare problemi di rumorosità” (qui le indicazioni base). Il Dipartimento Attività Produttive dimostra invece di non farsi troppi problemi nell’autorizzare l’apertura di nuovi locali, contravvenendo, nei fatti, a quelle che sono semplici norme di buona e sana gestione, prima ancora che di ordine pubblico. Basta pagare (qui la procedura).

Peccato che a pagare siano anche i cittadini. Soprattutto quando si tratta di locali notturni (pub, cocktail bar, disco bar). E oltre al danno, in termini di disagi per il via vai continuo di gente, poi, c’è anche la beffa. Sì perchè se metti che una sera decidi di andare in uno di questi locali, rischi anche la multa per divieto di sosta. Pur non essendo l’area dove si è autorizzata l’apertura del locale dotata dei necessari spazi per accogliere un’affluenza di clientela così alta, specie nel fine settimana.

Sì, perchè cosa fa il Comune di Roma dopo aver elargito autorizzazioni a destra e a manca? Sguinzaglia la Polizia municipale per far rispettare l’ordine pubblico, ovvio! Ecco allora che si viene multati per aver parcheggiato alla 01:00 di un venerdì notte (alla 01:00) il motorino sul marciapiede nei pressi del locale, autorizzato in piena zona residenziale (via Garibaldi-via di San Pancrazio) perchè la “sosta sul marciapiede non è consentita dal CdS se non dove regolamentata da apposita segnaletica”. Anche se hai avuto l’accortezza di lasciare lo spazio necessario al passaggio di eventuali pedoni.

Tutto giusto e corretto a norma di legge, per il solerte vigile. Ma qualcosa non torna. Sì, perchè se tu, Comune, autorizzi l’apertura di locali senza considerare gli eventuali inconvenienti di ordine pubblico, poi non puoi, al contempo, far partire la “caccia notturna” ai trasgressori.

Alla manica larga delle autorizzazioni, dovrebbe corrispondere quanto meno un pò più di discrezionalità da parte della Polizia municipale (sempre così inflessibile, coi cittadini). Quanto basta a capire che se uno si reca in un locale (autorizzato dal Comune) il mezzo non se lo può mettere in tasca e, quantomeno, cercare di soprassedere dove le trasgressioni risultano più lievi o, per così dire, veniali.

Invece no, prevale il rigore morale alla Otello Celletti (“Il vigile” di Alberto Sordi). Salvo poi vedere intorno a sé risultati ben poco edificanti. Roma ormai è una giungla.Tra locali che nascono come funghi e occupazione del suolo pubblico selvaggia, le strade sono sempre più invivibili e impercorribili (anche a piedi e in pieno centro storico). E purtroppo ad avere la meglio sono sempre i soliti. Come ai tempi del Marchese Del Grillo. Gli altri? I cittadini onesti che pagano le tasse e vorebbero vivere in una città normale? Cornuti e mazziati: pagano sia le tasse che le multe per situazioni create da chi dovrebbe regolare e controllare. Qualcosa decisamente non va in questo rigore a senso unico.

 

La testimonianza di un collega giornalista, uno sfogo raccolto su Facebook:

“Piazza Bologna, Via Cremona angolo via Padova. Il bar che è pure forno (kosher) ha messo da qualche giorno una pedana fuori con i tavoli. La pedana occupa tre parcheggi a pagamento. Da sotto spuntano ancora le strisce blu. Un gruppo di tre vigili parcheggia l’auto poco più avanti. Entrano, fanno colazione al banco. Uno di loro si stacca e va alla cassa. Io, con il passeggino e il pupo al seguito, seguo la scena da fuori, proprio davanti la cassa dove c’è una porta utilizzata per scaricare la merce. Aperta. Riesco a sentire distintamente: No guarda, famme paga’ che ce sta uno che ce guarda da un po’…”

 

Questa invece la situazione quotidiana a via dei Pastini, nei pressi del Pantheon: lo spazio per i passanti è meno della metà rispetto a quello occupato dai tavoli dei locali. Si tratta solo di un esempio. Situazioni simili si incontrano in tutto il centro.  

 

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