Gatsby Cafè Roma, tra critiche sterili e rinascimento della città

Qualche settimana fa ha aperto a piazza Vittoria un nuovo Bar, Gatsby Cafè. La caratteristica del locale è quella di sorgere in una vecchia cappelleria, i cui spazi sono stati adattati al nuovo e non viceversa. Si è trattato di una riconversione, come si usa dire in architettura, che ha rispettato il valore storico e artistico del luogo. Una nuova iniziativa imprenditoriale che segue un’altra recente avventura all’Esquilino, quella di Centro Restaurant. Purtroppo non sono riuscito ad arrivare io per primo alla notizia e recuperare in corsa, senza fornire alcuna ulteriore informazione, non è nello stile di questo sito. Ho ricevuto la mail di un lettore che ha visitato il bar e mi ha scritto dopo aver letto critiche, a suo giudizio, avventate al nuovo locale. Ho deciso di pubblicarla, firmata con uno pseudonimo.

 

“Domenica scorsa Roma mi ha regalato una stupenda giornata di Indian Summer. Camminavo a passo accelerato, come sempre, per il rione Monti e mi sono ritrovato a piazza Vittorio, luogo ormai “di conquista”, tra Cina, India e Blangadesh; dove anche “Mas”, famoso magazzino cheap della Capitale, sta per chiudere definitivamente. A pochi metro, sotto i portici, quattro ragazzi, italiani, hanno rilevato l’antica cappelleria Venturini, negozio che risale agli anni 50/60, per aprire un bar, Gatsby Café, lasciando intatti gran parte degli arredi.

E’ un locale raccolto, che si sviluppa su tre piccoli livelli dagli spazi ben sfruttati, dove si può immaginare Woody Allen suonare il clarinetto, quando passa per Roma, o Paolo Sorrentino prendere il caffe’, visto che il regista è di zona.

Gatsby Cafè è sicuramente un posto che va capito e metabolizzato, dato che sorge in un vecchio negozio ed è stato messo in piedi da non professionisti del mondo Bar. Di certo si candida a punto di ritrovo per gli abitanti del quartiere. Quando ci sono stato io, per esempio, c’erano persone di ogni fascia di età, giovani, anziani, bambini. Per quanto riguarda l’offerta, la mia merenda a base di tè e pasticcini non è stata niente male, addolcita anche dalla gentilezza e dalla pazienza del personale, viste le mie continue domande.

Chapeau  ai “quattro dell’Ave Maria”, che si sono lanciati in quest’avventura imprenditoriale, nonostante il degrado del quartiere, riconvertendo a nuova vita un luogo storico e transformandolo in un posto di aggregazione dal clima familiare. Proprio Sorrentino, a dispetto di tanti che criticano quella che è solo l’avvio di una nuova attività – e perciò migliorabile -, in una recente intervista a “Il Messaggero” ha usato parole di elogio per i quattro giovani imprenditori. “Ha aperto nell’ ex cappelleria Venturini un bar molto bello: abbiamo stappato le bottiglie, ma sono iniziative affidate ai singoli”, ha detto il regista premio Oscar parlando della Grande bruttezza in cui versa il quartiere. Singoli che hanno ancora il coraggio di investire e un pò di progettualita’ nel fare, mentre altri seguitano a lagnarsi per quello che non va o muovono critiche fuori luogo lisciando, però , sempre a priori, i soliti noti.

Se proprio si vuole muovere una critica ai quattro è per il nome scelto: perchè “Gatsby”? Forse per il richiamo allo stile sfavillante di velluti e ottone anni ’20 del “Grande Gatsby”? E’ anche vero, però, che “The Great Gatsby” è il romanzo della morte del Sogno Amercano. Forse per la rinascita di piazza Vittorio – in una Roma anch’essa bisognosa di rinascimento – si poteva trovare di meglio e di più attinente alla storia del luogo. Complimenti per l’iniziativa e in bocca al lupo.”

Mr Glock

1 commento su “Gatsby Cafè Roma, tra critiche sterili e rinascimento della città

  1. ciao a tutti, solo alcune piccole correzioni:

    – i quattro sono in realtà cinque!
    – grazie per i “ragazzi”, ma almeno un paio sono decisamente fuori target, se non tutti e cinque 🙂
    – Gatsby è un nome evocativo per troppi motivi da elencare, ma al di là di tutto è anche un modello di cappello, una coppola popolare tra i ragazzini distributori di latte o giornali.

    ciao e grazie sia a chi ha scritto la mail che a chi ha deciso di renderla pubblica 🙂

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