Roland, genuina creatività e raffinata bellezza alla corte di D’Audino

Roland, genuina creatività e raffinata bellezza alla corte di D'Audino

Metti una sera a cena in un antico palazzo nobiliare, tra stucchi, affreschi e opere d’arte; un menù in cui creatività e sostanza rendono le portate godibili agli occhi e al palato; un’ambiente dal design ricercato e un servizio cucito sull’ospite. Roland, ristorante del nuovo Spazio Field di Palazzo Brancaccio, segna un cambio di passo nell’offerta culinaria degli spazi espositivi di Roma. Un parallelismo sorge spontaneo con l’ex Open Colonna di Palazzo delle Esposizioni, ma siamo distanti non solo per stile ma anche per numero di coperti, appena tra i 24 e i 30 per l’indirizzo di via Merulana. 

Roland, genuina creatività e raffinata bellezza alla corte di D'Audino

Vero è che lo Spazio espositivo, coi suoi 2700 mq, bene si presta a eventi privati da grandi numeri, ma Roland, con l’adiacente bar in stile Déco, è insieme la bomboniera e il “biglietto da visita” della struttura, spiega lo Chef Carlo Alberto D’Audino che cura tutta l’offerta, dall’aperitivo al fine dining della cena agli eventi appunto. Calabrese nato da genitori siciliani, D’Audino si è specializzato all’Alma, la Scuola Internazionale di Cucina Italiana, divenuta un must con Gualtiero Marchesi, e vanta esperienze eterogenee tra Milano e la Capitale.

Il bar adiacente alla sala

“Siamo partiti a inizio marzo e abbiamo fatto un lungo rodaggio per testare e coordinare al meglio cucina e sala”, spiega D’Audino, “essendo la cucina collocata al piano inferiore, è importante che il servizio proceda senza intoppi, il più possibile cucito sul cliente, anche per questo il numero dei coperti è limitato”. In effetti la sensazione è quella di un made to measure, sin dall’aperitivo al bar curato dal bartender Andrea Roccini. 

Il salone delle feste

La carta – che prevede anche due percorsi degustazione – è disegnata con gusto mediterraneo e richiami all’Oriente a ricordo del Museo d’Arte Orientale che occupava le sale prima che divenissero Spazio Field. Ciò che colpisce, in ogni piatto, è la cura e la capacità di far convivere assieme richiami alla tradizione e al Sol levante con una genuina creatività. Nella “Fettuccia di seppia alla romana” convivono il ricordo – e anche il sapore nel sugo al pecorino – della famosa trippa, sostituita però da una cruditè di tagliatelle di mollusco (in alto a sinistra nella foto di apertura);  lo “Spaghettone burro di Normandia, alici e Katsuobushi” è un altro esempio di riuscita commistione, coi fiocchi di tonno essiccato che danno ulteriore sapidità al piatto che a sua volta prende “vita” attraverso un effetto ottico dovuto al calore (in alto a destra). La “Triglia alla beccafico, julienne di cavolo viola e salsa agli agrumi” è un chiaro omaggio alla Sicilia anche se la presentazione e la consistenza del fritto – perfetto – ricordano molto i bastoncini di granchio, il kanikama giapponese (in basso a sinistra). A concludere, la “Savarin, crema al limone e frutti di bosco” regala una raffinata dolcezza più delicata del nostrano babà. Roland e D’Audino colpiscono per raffinata semplicità, piatti originali e invitanti e la bellezza di una cena che non vorresti finisse mai.

Roland
Via Merulana 248
06 31709 953
roland@spaziofield.com
www.spaziofield.com

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