Jacquesson 743, pas dosé dall’effervescenza setosa che promette bene

Jacquesson 743, pas dosé dall'effervescenza setosa che promette bene

Riflessi dorati e un abbondante e persistente perlage connotano la vista. A spiccare al palato è la nota agrumata, leggermente candita, con sentori di frutta secca e sfumature minerali a fare da contorno. L’effervescenza setosa si intreccia al ritorno olfattivo, per chiudere con pulizia, sapidità e cenni di dolcezza. Lo Champagne Extra Brut “Cuvée N° 743”, l’ultimo nato di casa Jacquesson, è un dosaggio zero frutto di assemblaggio di uve del 2015 (61% chardonnay, 21% pinot meunier, 18% pinot noir) completato con “vins de réserve” conservati in cantina per diversi anni; risulta fin da giovane espressivo e di carattere e promette un invecchiamento capace di sorprendenti evoluzioni. L’abbinamento prediletto a tavola è con crostacei e secondi di pesce ma può certamente essere un pregevole aperitivo.

Nata nel 1798, la Maison Jacquesson, che si trova a Dizy nelle immediate vicinanze di Aÿ e di Avize, vanta tra i suoi estimatori addirittura Napoleone Bonaparte, che nel 1810 la insignì della medaglia d’oro per “la Beauté et la Richesse de ses Caves”. E se lo champagne oggi è come lo conosciamo, è anche e soprattutto grazie a Jacquesson, distribuita in Italia da Pellegrini. Si deve proprio ad Adolphe Jacquesson l’invenzione del “muselet”, la gabbietta di metallo che blocca il tappo (1844); poco più tardi, collaborando con il farmacista Jean-Baptiste François, è sempre lui che estrae la formula per calcolare esattamente la quantità di zucchero necessaria alla seconda fermentazione.

Nel 1860 la cantina rientrava già tra le cinque maggiori maison di champagne. Gestita attualmente dai fratelli Jean-Hervé e Laurent Chiquet, Jacquesson produce ancora Champagne che si distinguono per qualità ed eleganza, ottenuti seguendo metodi rispettosi delle tradizioni, coltivazione organica al 100%, lunghi periodi di affinamento sui lieviti, bassissimi dosaggi e nessuna filtrazione. L’ottica non è quella di divenire azienda biologica, lo scopo esclusivo resta produrre grandi uve e, quindi, grandi vini. Nel 2005 “La Revue Des Vins De France” ha indicato Jacquesson come terza migliore maison, seconda solo a Bollinger e Krug.

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