CucinaMusia, l’arte si sposa con la cucina dello Chef Ben Hirst

L’arte si sposa con la cucina da Musia, galleria polifunzionale nata dalla passione di Ovidio Jacorossi. L’obiettivo del progetto dell’imprenditore e collezionista è far conoscere l’arte contemporanea come strumento di creatività per la persona e l’impresa in un percorso parallelo tra arte e impresa fondato sulla centralità dell’uomo. Concepita come spazio di quartiere nel centro storico di Roma, ma con uno sguardo rivolto all’Europa, Musia punta a essere incubatore di iniziative che mettano in relazione l’arte con discipline affini come la moda, la musica e l’architettura. La cucina completa, per così dire, il quadro.

CucinaMusia – guidata dallo Chef Ben Hirst – si contamina così con le energie dell’arte contemporanea e offre una ristorazione originale in uno spazio suggestivo. Grande attenzione è data alle materie prime e alle eccellenze del territorio laziale e del centro Italia. L’offerta va da uno snack veloce o un tè nella pausa pomeridiana, fino all’aperitivo del Wine Bar e alla cena.

“Due sono stati i punti di riferimento della nostra storia familiare e imprenditoriale: la creatività e la centralità della persona”, spiega Ovidio Jacorossi, “strumenti fondamentali in una società sempre più globalizzata e in continuo divenire: la creatività a sua volta sollecita la capacità innovativa e competitiva”.

 

 

 

 

Creatività che è certamente presente nei piatti di Hirst, che sembra quasi si nustrano dell’arte circostante offrendo nuova bellezza. Per puro caso ho notato l’assonanza di forme e colori tra un quadro di Corrado Cagli (“Identificazione interna”, 1950) e i suoi Ravioli del plin al brasato, salsa di zafferano, spinacini (nella foto di apertura by Gugsto.it). Ma tutte le sue creazioni sono piccole delizie d’arte, come il “Carpaccio autunnale” (in alto a sinistra) e la “Zuppa inglese all’inglese” (in basso a destra).

Hirst ha lavorato con alcuni dei più grandi chef d’Europa, tra cui Pierre Koffmann (Le Tante Claire) e Fergus Henderson (St. John) a Londra e Michel Rochedy (Le Chabichou, Courchevel) sulle Alpi francesi. In Italia ha cucinato a fianco di Gualtiero Marchesi. A Roma è riuscito a trasformare una trattoria locale come Necci dal 1924 in un cult. I suoi princìpi? Qualità delle materie prime, dialogo con i produttori locali, garanzia dei migliori allevamenti e delle più affidabili lavorazioni artigianali. La carta dei vini, realizzata in collaborazione con Winedo.it, segue la stessa filosofia della Cucina: dalla terra alla tavola riscoprendo i piccoli produttori.”Ora la nuova scommessa è Musia – dice lo Chef -, un luogo ad alto tasso creativo, dove ritrovare antiche passioni, frugando nella mia memoria di studente di storia dell’arte”.

 

Musia living (&) arts, via dei Chiavari 7/9, Roma. Tel 066832037

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