Le migliori bollicine da regalare (e bere) a Natale tra Italia e Francia

Le migliori bollicine da regalare (e bere) a Natale tra Italia e Francia

Stufi dei soliti regali o non avete proprio idee per il vostro presente di Natale? Perchè non regalare – e regalarsi – qualche bollicina. Del resto, la champagnotta è il simbolo delle festività assieme al panettone, dolce natalizio per antonomasia. Ecco qualche idea di Gugsto.it per tutte le tasche, tra Italia e Francia (rigorosamente Metodo Classico).

Le migliori bollicine da regalare (e bere) a Natale tra Italia e Francia

Partendo dall’Italia, un’opzione è certamente Derbusco Cives, piccola cantina nel cuore della Franciacorta che utilizza esclusivamente uve che provengono dai 12,5 ettari di vigneto delle colline che circondano Erbusco. Fare qualità, senza compromessi: con questo obiettivo un gruppo di amici nell’autunno del 2004 ha dato vita al progetto “Cittadini di Erbusco”. Una produzione limitata, la loro, per scelta, che prende il meglio dai vigneti situati sulle colline moreniche che circondano questo antico comune, patria delle migliori vigne per la produzione del Franciacorta DOCG. E’ una filosofia quella di Derbusco Cives che parte da tre capisaldi: si utilizza solo il mosto fiore, la parte più nobile del succo d’uva, ottenuta dalla prima pigiatura; l’affinamento sui lieviti gode di tempi lunghissimi, partendo da un minimo di 30 mesi rispetto ai 18 previsti dal consorzio. Ma la firma è la scelta di non aggiungere zucchero di canna in nessuna fase della produzione, da qui la denominazione del Metodo “Solouva”. Tra i loro vini spicca per pregio il Franciacorta Pas Dosé Riserva “DECEM ANNIS”, un Millesimato 100% Chardonnay con un affinamento sui lieviti di 10 anni. Franciacorta maturo, importante, vino da “meditazione” la cui disponibilità è limitata per una produzione che non raggiunge le 2.000 bottiglie. La cantina offre la possibilità di acquisto diretto dal produttore, attraverso il Sito o via Whatsapp al 3929283698.

Le migliori bollicine da regalare (e bere) a Natale tra Italia e Francia

Per restare in Franciacorta, Ca’ del Bosco rappresenta indiscutibilmente un pilastro di tutta la scena vitivinicola nazionale. Nasce a metà degli anni ‘60, quando Annamaria Clementi Zanella acquista nel comune di Erbusco una piccola casa con boschi e vigneti. Il percorso vitivinicolo dell’azienda è stato però avviato dal figlio Maurizio Zanella, il quale ha saputo identificare ed esaltare le caratteristiche del territorio Franciacorta. Agli inizi degli anni ‘70, Maurizio diventa il precursore della valorizzazione di quelle zone, trasformando la piccola casa “ca’ del bosc” in una delle più moderne e produttive cantine d’Italia. Da allora ogni azione è dominata da un unico e fondamentale principio, che definisce l’essenza della cantina: la ricerca dell’eccellenza. Il territorio e le radici vengono prima di tutto e, proprio alla luce di questa filosofia, tra i filari si utilizza un regime agronomico a basso impatto ambientale, con minime concimazioni solo di tipo organico. Le etichette più importanti dei Franciacorta sono la ”Cuvée Annamaria Clementi” e i Vintage Collection.

Le migliori bollicine da regalare (e bere) a Natale tra Italia e Francia

Giulio Ferrari aveva il sogno di creare in Trentino un vino capace di confrontarsi con i migliori Champagne francesi. Un vero e proprio pioniere, con un culto ossessivo per la qualità, che per primo intuisce la straordinaria vocazione della sua terra e che per primo diffonde lo chardonnay in Italia. Il successore, Bruno Lunelli, riesce in pochissimo tempo – siamo nella prima metà degli anni ’50 – a incrementare la produzione, senza mai scendere a compromessi con la qualità, seguendo quella stessa linea tracciata dal fondatore. Tra le etichette più rappresentative ci sono il Ferrari Rosé, il Ferrari Brut Perlé e il Giulio Ferrari Riserva del Fondatore, a cui si è aggiunto per prestigio il Giulio Ferrari Collezione.

Le migliori bollicine da regalare (e bere) a Natale tra Italia e Francia

Il Trento DOC di Maso Martis nasce come pioniere della denominazione, quasi 30 anni fa, quando erano ancora poche le cantine di “stile sartoriale” a produrlo. Al Maso Martis si seguono i dettami dell’agricoltura biologica ed è importante che ogni bottiglia rispecchi non solo l’annata nella quale è stata prodotta ma anche l’attenzione con la quale si cura la salubrità della vigna; la cura per il dettaglio si deve ad un prezioso lavoro di gruppo, in cui la presenza di Andrea Cristelloni e Daniele Tomasi in vigna e di Matteo Ferrari in cantina, sono parte integrante del progetto. A distanza di anni, il Trento DOC di Maso Martis ha ottenuto i massimi riconoscimenti dalle più importi guide di settore. Il fiore all’occhiello della cantina è il Trento Brut Madame Martis Riserva. I vini possono essere acquistati anche online direttamente sul Sito dell’azienda.

Le migliori bollicine da regalare (e bere) a Natale tra Italia e Francia

Fondata nel 1905 da Angelo Ballabio, la cantina Ballabio è sinonimo della grande enologia di qualità. Con 100mila bottiglie prodotte all’anno, attualmente l’impresa di Casteggio, in Oltrepò Pavese, appartiene a Filippo Nevelli e al figlio Mattia, i quali, dopo aver attrezzato la cantina delle più moderne tecnologie, hanno con decisione intrapreso la strada della produzione spumantistica, con l’obiettivo di trasformare l’azienda in un punto di riferimento delle bollicine in terra pavese. Il terreno vitato dell’azienda si sviluppa per circa cinquanta ettari, con un sottosuolo ricco e variegato. L’ unico vitigno coltivato è il Pinot Nero, uva tipicamente utilizzata nella produzione di spumanti Metodo Classico di grande classe. Vitigno non facile, il Pinot Nero si esprime al meglio in queste terre ricche di sedimenti calcarei. Le uniche etichette prodotte dall’azienda Ballabio, sono quindi quelle spumantizzate, che godono di eleganza e struttura, di ampiezza olfattiva e nitidezza gustativa. Celebrato e amato dagli intenditori e premiato come Bollicina dell’anno 2021 dalla Guida Vini Gambero Rosso, il “Farfalla Cave Privée” è la punta di diamante della cantina.

Le migliori bollicine da regalare (e bere) a Natale tra Italia e Francia

Spostandosi in Francia, la stessa filosofia ispirata alla tradizione e alla natura la si trova in Bruno Paillard. La Maison nasce nel 1981 dal desiderio di creare uno champagne puro, molto diverso dagli altri; il risultato sono delle cuvée per connaisseur tra le più riconosciute a livello internazionale, distribuite esclusivamente in enoteche selezionate e sulle tavole dei migliori chef. Un vigneto di 34,2 ettari, diviso su 17 cru, fornisce più della metà del fabbisogno di uva della Maison. Ognuna delle 106 parcelle è lavorata – al suolo e con trattamenti organici- in modo da favorire la biodiversità e lo sviluppo profondo delle radici. Questo permette di estrarre la tipicità gessosa dei territori. Anche qui solo la prima spremitura dell’uva migliore è usata per essere vinificata. In cantina la permanenza sui lieviti è lunga, da due a cinque volte superiore rispetto alla media, in funzione della tipologia della cuvée. La Maison Bruno Paillard è totalmente indipendente e gestita dal fondatore e dalla figlia Alice che continua nel progetto originale. Il loro prodotto più prestigioso è il N.P.U – Nec Plus Ultra, un Millesimato ottenuto da uva selezionata proviene unicamente da 6 villaggi Grands Cru (Oger, Le Mesnil sur Oger, Chouilly, Verzenay, Mailly e Bouzy), in esatta parità Chardonnay e Pinot Nero. Le bottiglie trascorrono 15 anni in cantina prima di vedere la luce.

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Altra Maison dall’approccio non industriale è Jacquesson. Nata nel 1798, l’azienda si trova a Dizy nelle immediate vicinanze di Aÿ e di Avize e vanta tra i suoi estimatori addirittura Napoleone Bonaparte, che nel 1810 la insignì della medaglia d’oro per “la Beauté et la Richesse de ses Caves”. Se lo champagne oggi è come lo conosciamo, è anche e soprattutto grazie a Jacquesson. Si deve proprio ad Adolphe Jacquesson l’invenzione del “muselet”, la gabbietta di metallo che blocca il tappo (1844); poco più tardi, collaborando con il farmacista Jean-Baptiste François, è sempre lui che estrae la formula per calcolare esattamente la quantità di zucchero necessaria alla seconda fermentazione. Gestita attualmente dai fratelli Jean-Hervé e Laurent Chiquet, Jacquesson produce ancora Champagne che si distinguono per qualità ed eleganza, ottenuti seguendo metodi rispettosi delle tradizioni, coltivazione organica al 100%, lunghi periodi di affinamento sui lieviti, bassissimi dosaggi e nessuna filtrazione. Le uve provengono essenzialmente dai 28 ettari di vigneti di proprietà. Etichetta di grande prestigio è certamente l’Extra Brut Dizy 1er Cru “Corne Bautray” 2009, un Millesimato Chardonnay 100%, dosage zero, le cui uve provengono da una piccola parcella di terreno (1er Cru di Dizy).

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Nel 1834 Joseph Krug, appena arrivato in Francia dalla natia Germania, comincia a lavorare proprio nelle cantine di Jacquesson. Un’esperienza che in pochi anni gli permetterà di avere un’idea precisa di Champagne e che lo porterà poco più tardi, nel 1843, a fondare una Maison tutta sua, allo scopo di produrre Champagne che fossero in grado di distinguersi non solo per la qualità più assoluta, ma anche per una personalità ben definita, sempre riconoscibile. Joseph Krug voleva offrire ai propri clienti il massimo del piacere, ogni anno, indipendentemente dalle differenze climatiche che ogni stagione e ogni vendemmia si portavano dietro. Lo stile Krug viene subito espresso grazie ad attente maturazioni in grandi botti di rovere, e per merito di prolungati contatti con i lieviti. Uno stile che da secoli è tramandato di padre in figlio, e che è oggi ancora  immutato.
L’icona della Maison è il Brut “Grande Cuvée”, uno Champagne che nasce da 250 vigneti diversi, e che raggruppa ben 150 vini di riserva, alcuni dei quali fatti invecchiare fino a 15 anni.

Le migliori bollicine da regalare (e bere) a Natale tra Italia e Francia

Universalmente riconosciuta per la grande qualità dei suoi vini, la cantina Bollinger ha una rigida etica produttiva, sancita da principi messi per iscritto nella Carta Etica e di Qualità. Anche qui, solamente il mosto proveniente dalla prima spremitura viene utilizzato per la produzione degli Champagne. Lo stile Bollinger si basa sul pinot nero, proveniente da Aÿ, dove la Maison ha sede, Bouzy e Verzenay; la sua tipicità conferisce ai vini ricchezza, vinosità e rotondità. L’ultimo Millesimato di casa è La Grande Année 2012, frutto di un blend di 65% Pinot Nero e 35% Chardonnay da ben 21 Crus, invecchiato in cantina cinque anni, più di due volte il tempo richiesto dalla denominazione, e vinificato esclusivamente in piccole botti di rovere. Bollinger non ha mai abbandonato il metodo artigianale tradizionale che aiuta a sviluppare aromi di grande finezza. E ancora oggi ogni bottiglia è sboccata a mano.

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Altra Maison che ha nella sua firma il Pinot Noir è Veuve Cliquot. Tutto inizia nel 1772 con Philippe Clicquot, la cui eredità è portata avanti da Barbe Nicole Ponsardin, vedova del figlio François. Sarà lei che riuscirà a far crescere l’impresa fino a farla diventare una delle Maison più famose e rinomate con alcune intuizioni che giovarono a tutta la denominazione: dal primo Champagne millesimato, quello del 1810, fino al perfezionamento della tecnica del remuage, passando per la messa a punto della liqueur de tirage utile alla seconda rifermentazione in bottiglia, non c’è aspetto che lei non seguisse personalmente. Una storia di eccellenza che oggi continua sotto il segno del gruppo del lusso LVMH proprietario della Maison dal 1986. La Grande Dame 2008 è frutto di un assemblaggio inedito, con il 92% di Pinot Nero e l’8% di Chardonnay, che porta lo stile Veuve Clicquot alla sua quintessenza grazie alla predominanza del Pinot Nero.

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